A pochi giorni dal fallimento della Francia nella Coppa del Mondo, c’è un’altra tempesta in corso, la fuga degli sponsor istituzionali del club francese.
Aziende come il Credit Agricole ha annullato la campagna televisiva in corso abbinata al club, la Quick, importante catena di Fast Food ha richiesto la sospensione immediata delle affissioni outdoor in Parigi avente come soggetto Anelka che innalza un hamburger come un trofeo ma, a loro malgrado, tale pubblicità rimarrà ancora nelle strade per qualche giorno come da contratti stipulati.
Regna il disgusto e il terrore di recare danni di immagine ai propri prodotti, segnale che ancora una volta il calcio si conferma lo sport più inflazionato e sfruttato dalle aziende per colpire la massa e non gode invece di un riconoscimento qualitativo che porta l’azienda sponsor ad investire nel club preferito per una condivisione dei valori e rispecchiarsi in quello che il calcio offre come avviene in altri sport, dove gli sponsor, hanno una fidelizzazione più alta e di qualità, grazie anche alle azioni di marketing più ampie che altri sport offrono e il calcio no, cullandosi solo sull’enorme seguito televisivo che possiede.
Un altro sponsor di rilievo della Francia come l’energetica GDF Suez, non è ancora pronta per riconfermare la propria posizione di sponsor e, adesso, i dirigenti della nazionale francese attenderanno i verdetti dagli altri investitori come la Toyota, Telco e Carrefour nella speranza di non trovarsi con le casse vuote.
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